martedì, ottobre 25, 2005

primi colloqui di lavoro: marketing per neolaureati!!!

Ragazzi non ci siamo proprio! Oggi ho avuto modo di fare dei colloqui a dei neolaureati e ho trovato una situazione disastrosa. Voglio parlarne proprio perché credo che quei ragazzi che ho intervistato in fondo non fossero poi così male ma non possono pensare di avere accesso in certe aziende con una presentazione di quel tipo.

Credo che oggi su internet ci sia tutto e quindi non consento che si facciano degli errori così grossolani nel job hunting e comunque nel “marketing” di se stessi.

Facciamo un piccolo vademecum:
- fare un buon cv, caspita su internet ci sono centinaia di siti che indicano come fare il cv in tutte le salse, anche in un vecchio post avevo dato delle megadritte su come un cv va redatto e spedito;
- non scrivete sciocchezze sul cv, non c’è modo migliore per fare indisporre colui che vi sta selezionando che fargli scoprire punto per punto che vi ha chiamato per un cv che in fondo non vi appartiene per nulla!
- non si arriva in ritardo, non ci sono scuse che tengono! Si parte con un buon anticipo da casa in modo tale da essere puntuali anche se accadono degli imprevisti; certo se poi ci sono eventi catastrofici e non ordinari allora beh si può chiudere un occhio ma il traffico stradale non rientra tra questi!;
- prima ancora di recarsi al colloquio, magari anche qualche giorno prima si visita il sito aziendale e si reperisce il maggior numero di informazioni possibili sull’azienda e sulla posizione e poi il colloquio va sviluppato anche in base a questo!;
- un punto che può essere influenzato dal precedente…l’abbigliamento; premesso che ci vuole sempre un certo rigore e una certa sobrietà nell’abbigliamento (non sapete mai chi vi troverete davanti), cercate di capire anche “l’aria” che tira in azienda; non si può pensare di recarsi in un’azienda molto formale, rigorosa, “istitutional” in jeans e maglione o, per i maschietti, con la camicia aperta fino al terzo bottone e le maniche arrotalote e per le femminucce con mogliettine con volant e strass dappertutto;
- arriviamo al colloquio, niente chewingum e niente cellulari accesi: è un must!
- Siete ad un colloquio, essere nervosi non è un problema, se non lo siete meglio ma di certo non sbracatevi e conservate un po’ di tensione e attenzione; non cascate in facili confidenze anche se il vostro selezionatore vi sembra un padre, una madre o un caro amico: non lo è mai!
- Siate chiari e diretti quando la domanda esige ciò; alla domanda “cosa vuole fare da grande?” (o similari…..) non rispondete “beh non lo so, voglio vedere, devo capire ecc.ecc.”; nessuno vi chiede di essere capaci di tracciare un progetto di vita definitivo e circostanziato ma fate capire che c’avete ragionato su, che sapete come muovermi almeno nei prossimi 30 giorni e avete delle predilezioni, delle passioni per qualcosa!
- ancora, non credo che abbia molto senso presentarsi ad un colloquio per un posto nella comunicazione se l’unica certezza che avete è che volete fare finanza!
- alla classica domanda conclusiva “ha delle domande? Dubbi? Vuole aggiungere qualcosa?” fatele!!! Dimostratevi curiosi, interessati, dite i vostri punti di forza che secondo voi non sono emersi insomma, soprattutto se non avete l’impressione che il colloquio sia stato fantastico, è l’ultima opportunità che vi viene data per promuovervi!
- Un ultimo punto(nel caso in cui me ne venissero altri li aggiungerò): soprattutto all’inizio, il colloquio VA PREPARATO!!! Non affidatevi alla vostra abilità di “andare a braccio”, le prime domande sono quasi sempre le stesse, sono domande fatte apposta per mettervi a vostro agio e sondare delle capacità minime di relazione, comunicatività, chiarezza ecc., vertono sempre sulla tesi, sullo sport, sulla scuola, sull’università, sull’esperienza all’estero; altrettanto direi per le domande d’inglese!!!
- Specie all’inizio, mandate cv anche ad aziende che non sono certamente le vostre “top ten” fate tanti colloqui

Insomma ragazzi, non è che oggi il mercato del lavoro sia proprio un paradiso, le buoni occasioni sono poche e voi siete tantissimi quindi è il caso di giocarsi bene le proprie carte sin dalla prima volta. Chiedetemi pure tutto ciò su cui non siete certi, sarò felice di potervi aiutare.
E adesso che dirvi…..in bocca al lupo.

lunedì, ottobre 24, 2005

News: corso di marketing dei servizi gratis a Milano

Ciao a tutti
attraverso tam tam professionale son arrivato a sapere di sta notizia.

Chi è interessato al marketing e volesse fare un corso dovrebbe correre....

"Morgan & Ashley formazione" organizza un corso gratuito di formazione nel marketing dei servizi.

Sede: Milano
Durata: 120 ore dal lunedì al venerdi
Inizio: 2/11

Info e cv a c.riccadonna@morgan.it, tel 02/66117447, fax 02/66117386.

Beh per chi al momento non fosse occupato o comunque avesse interesse.....io sono semrpe dell'idea che possa essere utile....

Palermo: concessione gratuita di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata

Non riguarda proprio il mio campo di studio e di ricerca ma penso che sia una bella notizia per tutti coloro che avevano progetti in tal senso…i termini per la consegna delle domande sono stringenti (10 novembre) quindi è necessario avere idee chiare e tanto proattività.

Il bando infatti è aperti a enti o collettività che svolgono attività di volontariato. I beni da dare in concessione sono di diversa tipologia (capannoni, terreni, appartamenti).

Giusto ieri ne parlavano a Terra ed oggi casualmente ho trovato questa notizia su internet alla quale secondo me non è stata dato il giusto risalto.

Già in Sicilia, Libera Terra (di cui ho parlato precedentemente) e in Calabria, l’associazione Libera hanno organizzato delle belle attività che meritano fortemente di essere pubblicizzate e promosse.

Insomma avanti prodi….Palermo e tutto il meridione hanno bisogni di voi.

Tutte le info su: http://www.comune.palermo.it/Comune/beni_confiscati.htm

sabato, ottobre 22, 2005

Eredi del 12: battaglia ancora aperta


Dal 1° di ottobre il servizio di informazione telefonica 12 è andato in pensione.

Avrete sicuramente sentito tutte le polemiche circa il nuovo iperpubblicizzato operatore 892 che ha condotto una campagna martellante che secondo me è risultata simpatica inizialmente ma anche controproducente con il passare dei giorni a forza di martellare continuamente il cervello dei telespettatori e gli occhi degli internauti dappertutto e a qualunque ora.

Ho fatto mille test in famiglia e fra amici per capire quale fosse il numero più ricorrente nella mente delle persone circa i successori del 12 e del 412.
L’892 è rimasto abbastanza impresso ma come dicevo ha scatenato anche una certa maldisposizione al servizio.
Il 12-54 non abbastanza efficace.
Abbastanza deludente il 12.40 (credo che su una 50na di persone a cui ho fatto il mio informale sondaggio, sia venuto in mente solo ad un paio).
Molto più di successo secondo me ha riscosso la compagnia spagnola del 12.88 con i suoi simpatici mostriciattoli in rosso e il jingle di base che fa sempre rima con 8 (biscotto/sotto/dotto/ottantottotto)
….meno invadente e col tempo anche più efficace nella capacità di memorizzazione del numero.

Ok circa la pubblicità e circa i costi?
I nuovi numeri, TUTTI, per lo stesso servizio costano MOLTO di più, almeno 4 volte tanto rispetto all’utilizzo del 12 automatico, cioé senza operatore.

I nuovi numeri sono gestiti:
- da Telecom - 12.54
- da Seat -12.40 (che sarà il più conveniente)
- da Il Numero - 892.892.
- da una compagnia spagnola, il 12.88.

Altroconsumo ha fatto, come al solito, uno studio molto approfondito e preciso prima di esporsi su questo fronte tanto di attualità e ha evidenziato che: il 12 senza operatore era molto più conveniente.
Il 1254 di Telecom Italia costa il 46% in più. Le loro stime non consideravano il 12.88.

E i simpatici (ormai li detesto) ballerini trasgender in rosso de il numero? Costeranno il 54% in più rispetto al vecchio 12.

Insomma bella confusione….al di là di pubblicità ecc.ecc. invito la gente a consultare l'indagine di Altroconsumo e ad usare internet che è gratis e fornisce facilmente tutti i numeri che si vogliono.

mercoledì, ottobre 19, 2005

Il PP funziona?!

Attenti con PP non mi riferisco a nessun partito popolare ma al Product Placement di cui ho parlato recentemente (ossia la compraizione di brand e prodotti all'interno di film o musiche).

Beh non è chiarissima la risposta; ad esempio non è andata bene la campagna di PP che McDonalds aveva messo su foraggiando dei rappers americani tra i più noti purchè includessero i nomi dei suoi panini nei loro testi. Non è andata bene.

E in Italia? Beh anche la Fiat presto farà uscire James Bond con una sua utilitaria e fino aieri ho notato un grazioso e intelligente intervento della Simpatica vecchina che lavora per Findus e “4 salti in padella” in alcune inequivocabili riprese per un occhio attento in Distretto di Polizia in onda su canale 5.

Il risultato?
Riporto quanto scritto in un recente articolo di Rossella Ivone apparso su MyMarketing.
Demoskopea ha rilevato che:
- il 50% degli spettatori, all’uscita dal cinema, ha affermato di aver notato la presenza di brand nelle inquadrature;
- il 90% di questi è riuscito a citare spontaneamente in modo corretto quali fossero le marche;
- per il 92% del campione la loro presenza è stata accettata senza fastidi.

Beh non male direi…..ecco un nuovo veicolo, c’è solo da lavorarci!!!

martedì, ottobre 18, 2005

Un caso di marketing originale e un’idea di MARKETING UTILE

Sentite questo caso:
tratto da un post di Ninjia marketing

La pubblicità on line ha un'unità di misura che non è solo quella dei formati canonizzati dalle varie associazioni.

L'editore in questione è un ragazzo che ha proposto su una pagina creata ad hoc spazio per gli inserzionisti: costo dell'investimento 1$ a pixel, taglio minimo 100 pixel. E pare che stia avendo un gran successo, alla faccia di tutti coloro della seconda repubblica del web marketing, che hanno puntato il dito sull'advertising on line "vecchia maniera" e sulle grandi promesse (commerciali e d'immagine) deluse dall'Ancien Regime del WWW.

Nessuno di noi avrebbe mai pensato che una cosa del genere avrebbe potuto funzionare. Parlo anche per me non perchè mi ritenga un grande teorico del web marketing, bensì perchè se mi avessero chiesto un parere su una cosa del genere a un colloquio di lavoro avrei detto peste e corna, sbagliando evidentemente.

Ovviamente il successo è dovuto al call to action: "aiutatemi per i miei studi, alla fine vi costa non più di cento dollari...." e all'abile capacità di comunicazione che ha coinvolto i mezzi tradizionali, creando un caso.
Grazie alla curiosità alla fine gli inserzionisti ottengono visibilità (facendogli raggiungere i loro obiettivi? mah...).


Sul suo post, “Julie” lanciava un’idea: quello di riutilizzare l’esperimento per farne una replica con un caso italiano.

Ho lanciato questa idea, ditemi che ne pensate:
Beh secondo me potrebbe essere una bella idea per realizzare qualcosa di globale e di pubblico interesse; in questo caso la motivazione sarebbe originale e creerebbe nuovamente un "caso" potendo essere facilmente oggetto di Wom. Personalmente mi piacerebbe un programma di charity internazionale (terremoto in Pakistan): una buona volta il marketing e la comunicazione dismetterebbero i panni di "cose effimere, costose e inutili" per diventare un atto concreto e visibile: insomma MARKETING UTILE. Mi sa che tutti qui abbiamo le risorse, conoscenze, riferimenti e aziende per attivarlo e farlo funzionare...

ancora digital divide?!? in Italia SI!!!

A quanto pare l’Italia, terra di santi, poeti e navigatori non è terra di internauti!

Infatti secondo un articolo di Daniele Pauletto apparso su Zeus, secondo l’ultimo rapporto Censis risultano questi dati.

UTILIZZO INTERNET
Quasi tre italiani su quattro non si connettono in rete; specialmente anziani o adulti con uno scarso livello di istruzione che per lo più non sanno neanche utilizzare il pc.
C’è anche un 16,5% dei giovani che, pur sapendo usare i pc, non si connette solo perché non ci vede alcuno scopo.

SCOPO NELL’UTILIZZO DELLA RETE

ADULTI “ISTRUITI”
- per acquisire informazioni su qualsiasi argomento (il 42,7 % degli adulti istruiti e il 25,6% dei giovani);
- per aggiornarsi in tempo reale (il 23,5%);
- per motivi di studio o lavoro (il 20%).

GIOVANI E ADULTI POCO ISTRUITI
- per entrare in contatto con molte persone in ogni parte del mondo (32,6%)
- per divertirsi, navigare sul web, scaricare musica.

lunedì, ottobre 17, 2005

...gli omosessuali "sconvolgono" ancora...esempio di puro WOM

Beh questa è bella signori…siamo nel terzo millennio e Oliviero Toscani riesce ancora a dare scalpore con qualcosa che a mio avviso è solo una bella campagna pubblicitaria.

Per promuovere un’azienda di abbigliamento uomo/donna/bambino del padovano, Toscani ha utilizzato immagini di due gay che si abbracciano e baciano andando così a scatenare un putiferio da parte di alcuni parlamentari e dello IAP in quanto le immagini sono state ritenute volgari e capaci di “provocare ansia e disagio”…..

Metto il link dell’azienda e non dico null’altro: http://www.ra-re.it/rare-uomo/

Vi invito a guardare il sito e a dirmi la vostra: avete provato ansia e disagio?

Solo un invito a riflettere …. Mai campagna fu più azzeccata, ha generato una vera e propria ondata di passaparola. Complimenti a Oliviero Toscani.

sabato, ottobre 15, 2005

l'immaginario che distrugge....

Ma chi l’ha detto che si debba essere tutti notai, dottori, avvocati ecc.ecc.? Una risposta ce l’avrei: i nostri genitori, i nostri insegnanti e coloro che in modo a volte poco lungimirante ci hanno sempre invitato a conseguire una laurea perché….”allora si che troverai il lavoro…”, “non dovrai vivere con le difficoltà con cui ha vissuto mister X o subire le prevaricazioni di mister Y, sarai padrone di te stesso”.

MA CHI L’HA DETTO?


Forse erano discorsi applicabili alla realtà di 30, vabbè anche 20 anni fa; ma oggi non vale più….
Pochi dati a mio supporto:

- Qual è ormai la percentuale di laureati sul totale della popolazione? Rispetto a 20 anni fa sicuramente si è decuplicata; ecco perché si giustifica che tempo addietro potesse essere una vera ambizione quella di laurearsi
- quanti sono i laureati a spasso? Tanti signori miei; sto cercando uno stagista per un’azienda con cui collaboro, a zero contributo spese, e mi sono arrivati curriculum di persone laureato se non anche masterizzate residenti in tutt’altra parte dell’Italia…ci sono veramente tanti ragazzi disperati;
- quanti sono i laureati impiegati in lavori a progetto, stage, tirocini senza alcuna prospettiva certa nel futuro; ok siamo in anni postmoderni, ma come si fa a mettere su casa e famiglia con queste prospettive? Spesso si lavora tranquillamente 12 ore al giorno per contributi stage non sufficienti a pagare la casa per poi passare a LAP e via così.

Attenzione: non voglio demoralizzare nessuno anche perché son convinto che i più bravi ce la facciano sempre e con ciò voglio dire che quelli laureati nei tempi, con un buon voto di laurea, che parlano inglese e usano il pc a menadito hanno sempre ottime opportunità ma gli altri?
La mia non vuole essere polemica ma una constatazione perché non c’è dubbio che poi ci sia anche un altro dato di fatto….
…tante aziende, specie al Nord Italia ma non solo, cercano operai specializzati, manovali, i casinò cercano croupiers e barman, i villaggi cercano operatori turistici e così via…..

Non tutti dobbiamo assolutamente finire dietro ad una scrivania. Il problema, almeno questo è stato il mio e di molte persone che mi circondano, è stato che da quando siamo nati ci hanno fatto “una capa tanta” sul fatto che si dovesse assolutamente conseguire la laurea, mettere da parte i propri sogni e cercare di conseguire quella carriera…”che il proprio genitore non si era potuto permettere”.
Ma smettiamola! Così li castriamo sti poveri figli. Che ognuno si vita la propria vita.

Forse parlo ancora da figlio e non da genitore ma sicuramente, parlo anche da adulto.

Oggi ho letto un articolo su BorsaLavoroLombardia in cui si parlava dell'operatore edile e in maniera più specifica del muratore. Un breve estratto:
Nel settembre del 2001, solo in Lombardia, il settore contava 104.472 addetti, occupati in 17.601 imprese. Un settore che, a differenza di quasi tutti gli altri, non sta risentendo della crisi economica, tanto che nel 2005, secondo l'indagine Excelsior, che rileva i fabbisogni di manodopera del mondo produttivo, le aziende lombarde avevano intenzione di assumere 2.490 persone…..il lavoro c'è, ma non ci sono i lavoratori
Perché? Beh è facile, nell'immaginario collettivo è un mestiere privo di fascino.
Non vi sto a dire che avrei voluto fare il muratore proprio perché per attitudini personali non sono abituato a “creare” e a “realizzare” cose fisiche con le mani…..mi piace maggiormente creare con la mente ma sono certo di conoscere persone che l’avrebbero voluto fare.
La motivazione? Si costruisce la casa per tante persone o l’ospedale per tanti bisognosi o la chiesa o la scuola o il teatro…..ecc.ecc. E le gratificazioni economiche non mancano.

Contro? Continua l’articolo dicendo che è faticoso, talvolta rischioso, in cantiere ci si sporca, si lavora all'aria aperta, spesso al freddo... ma questa è una professione che, oltre all'abilità manuale, richiede intelligenza, fantasia, precisione e la capacità di affrontare ogni tipo di problema o imprevisto.
Il fattore umano è ancora determinante, il lavoro è diverso ogni giorno, non è mai ripetitivo.
Le prospettive occupazionali sono buone, ma i giovani italiani non ne vogliono sapere di entrare in cantiere. Negli ultimi tempi l'età media dei muratori si è abbassata da 38 a 36 anni, ma questo andamento è stato determinato da un massiccio afflusso di lavoratori dall'estero, diversi dei quali arrivano già in qualche modo specializzati. In questo ultimo triennio gli stranieri sono cresciuti da 10mila a 22mila su un totale complessivo, tra milanese, lodigiano e Brianza, di 55mila addetti. Il processo di integrazione non è facile, ma meno male che ci sono gli stranieri".

La richiesta delle aziende? E’ enorme! Su 20 studenti in uscita dalla scuola di formazione professionale che li specializza ci sono cento offerte. L'ambizione di molti, e in tanti ci riescono, è poi di mettersi in proprio.

E tanto per intenderci….qualche giorno fa ho visto una ricerca di saldatori specializzati che guadagnano oltre 2500 euro al mese….

Cosa vedo dall’altra parte? (parlo di me e dei miei colleghi di università) tantissimi ragazzi bravi e di belle speranze che competono giornalmente per entrare nelle top 10 della consulenza piuttosto che nelle aziende top 20 spesso per stage mal pagati, a lavorare oltre 12 ore al giorno in condizioni di stress veramente altissimo.
Certo pochissimi ce la fanno e per loro la carriera sarà veramente fulminante e ricca di gratificazioni soprattutto economiche.
E tutti gli altri? Beh dopo colloqui su colloqui, test, selezioni dovranno accontentarsi, stringere i denti, continuare con la formazione ecc.ecc. nella speranza che poi, un giorno……Ops, forse la sto mettendo troppo pessimistica....

Parlo anche con l'esperienza di chi vedeva oltre 100 cv al giorno e ha sentito a colloquio decine e decine di ragazzi...disposti a far passare le peggiori bugie pur di avere un posto in cui spesso intimamente non agognano neanche un pò.
Prendo un tono più cordiale e meno drammatico: caspita ragazzi, se mi posso permettere un consiglio, pensateci su, provateci almeno....datevi una chance mi raccomando, fate venire fuori il vostro bambino libero!

martedì, ottobre 11, 2005

Product placement....le immagini insegnano....


Ancora pochi lo sanno….mostrare e ostentare una marca o un prodotto all’interno di un film/ una canzona/un programma non è più irregolare. Infatti in funzione del decreto legislativo sulla cinematografia (Dlgs n. 28/2004) viene disposto è possibile ma che «per i film che contengono inquadrature di marchi e prodotti, comunque coerenti con il contesto narrativo, è previsto un idoneo avviso che rende nota la partecipazione delle ditte produttrici di detti marchi e prodotti ai costi di produzione del film».

Tutto ciò rientra in quello che gli addetti ai lavori hanno definito come “product placement”. Proprio qualche giorno fa è apparso un intervento proprio in merito a questo argomento in cui veniva spiegato che in realtà il PP abbraccia diverse casistiche:
- il prodotto appare soltanto nella ripresa;
- il prodotto è effettivamente utilizzato durante le riprese;
- il prodotto o la marca è espressamente nominato.

Beh ok ma cosa c’è di nuovo? Effettivamente, l’aspetto originale di tutto ciò è che invece di intendere l’apparizione o la citazione del prodotto in modo passivo per lo spettator ela si può concepire in modo più originale e creativo; infatti attraverso il product placement possono “passare” vere e proprie indicazioni e suggerimenti circa un nuovo utilizzo anche in ambiente totalmente diverso da quello originario di un prodotto; insomma il PP può essere anche fortemente esplicativo e propositivo.

domenica, ottobre 09, 2005

marketing della legalità

Proprio qualche giorno fa su canale 5 è andato in onda un servizio a mio parere molto interessante: un’intervista di circa un’ora a un capo camorra condannato all’ergastolo. “U’ bellillo”, così è chiamato all’interno dei quartieri spagnoli di Napoli, da cui proviene è stato dapprima intervistato da Maurizio Sostanzio (….e figurati!) dopodiché è stato scortato presso un carcere minorile in cui ha incontrato il giglio 17enne anch’egli carcerato.
Questa seconda parte è stata “mediaticamente” molto potente; infatti il padre ha in tutti i modi invitato il figlio a non seguire la sua strada non solo esortandolo ma dimostrandogli che la scelta dell’illegalità è spesso soltanto un vicolo cieco.
Beh sentire dire ad un camorrista (faccio notare, così come diceva il servizio, che non è un pentito agli occhi della giustizia in quanto non sta collaborando alle indagini) al proprio figlio di prendere una strada “sana”, giusta, corretta, legale non è certo cosa di tutti i giorni.


Venerdì 29 luglio. Cinisi: altro evento dal potere mediatico forte, stavolta però dietro non c’era Costanzo e l’impatto è stato sicuramente minore….
Presso la pizzeria di Giovanni Impastato, fratello del più noto Peppino, alla presenza di Rita Borsellino, sono stati promossi i prodotti Libera Terra e si è avuto il lancio della Pizza Libera Terra.

Siamo sempre sullo stesso filone, quelli a marchio LIBERA TERRA sono prodotti veramente speciali. Stavolta la provenienza è quella della mia regione, la Sicilia; è un progetto ambizioso di lotta all’illegalità. I prodotti hanno origine proprio nei terreni confiscati alla mafia. Vedete il link: http://www.liberaterra-placidorizzotto.it/

Non posso che approvare, sostenere e promuovere un progetto del genere anche perché ho assaggiato i prodotti…..sono ECCEZIONALI…..da amante della pasta poi posso assicurare che è superba!!!
Invito tutti i rivenditori e tuti gli addetti al settore e trattare questi prodotti e a promuoverli ed i consumatori ad assaggiarli…..costano poco di più ma vi assicuro che ne vale la pena e sonoc erto che mi ringrazierete!

martedì, ottobre 04, 2005

marketing mediterraneo....tendenza agèe

In un altro contributo invece si parlava di MARKETING MEDITERRANEO; questo è un argomento già battuto da qualche tempo.

Diceva: mentre il marketing americano risponde essenzialmente a una richiesta di individualizzazione e personalizzazione da parte dei consumatori (marketing one to one), l’approccio mediterraneo si basa soprattutto sul fatto che gli individui sono sempre più isolati (per fortuna qualcuno se ne accorge) che cercano di ristabilire un legame sociale arcaico e comunitario tra loro.
Secondo Bernard Cova, autore de “Il marketing tribale” ed esponente del marketing mediterraneo la tendenza del consumo postmoderno è quella verso una una sorta di “ri-radicamento” al territorio, attraverso la ricerca di radici e legami sociali.
Risponde Kapo: “penso che non sia solo un fenomeno mediterraneo, ma una diretta conseguenza del ciclo di vita economico e del consumo in essere. All'apice di una "globalizzazione" (o transnazionalizzazione) del prodotto, del suo consumo e della comunicazione che spinge tale consumo, a livello molto semplice, sia il produttore che il consumatore cercano una DIFFERENZIAZIONE maggiore, in grado di orientare il posizionamento sul mercato ed orientare i comportamenti d'acquisto. Nasce pertanto, in TUTTO quel mondo (anche in America) che sta attraversando la stessa fase dello sviluppo del mercato, una volontà di caratterizzare l'offerta e la domanda attraverso la peculiarità della localizzazione e della territorialità ... il "tipico".

A quel punto rispondo anch’io cercando di delineare quelli che a mio avviso sono i confini del marketing mediterraneo. Credo che effettivamente il marketing mediterraneo sia un fenomeno che riguarda maggiormente il vecchio continente. Al marketing tradizionale, simmetrico se ne contrappone uno che centralizza le variabili antropologiche dell'individuo, ne riconosce l'unicità e se ne fa addirittura portatore. Credo che per tutta risposta, sia un marketing assolutamente asimmetrico in cui non viene esaltato soltanto il tipico (questo potrebbe essere ritrovato dappertutto) ma addirittura l'ARCItipico, l'archetipo. E comunque, anche nel vecchio continente, al di fuori di alcuni, pochi, portali come questo, non se ne parla poi molto.....anzi fa quasi paura!

marketing:tendenze vecchie e nuove

Quest’oggi ho trovato diversi articoli e interventi che parlavano di tendenze nel marketing e nell’advertising; alcuni contributi erano sicuramente originali altri un po’ meno e riprendevano temi di cui si parla già da qualche anno.

Notizia tratta da un intervento di M. Parrini
Gli studiosi di questi fenomeni sembrano concordi nel ritenere che siano almeno tre i megatrend che stanno cambiando le regole del gioco della comunicazione:
- la frammentazione del sistema dei media (benvenuta e per fortuna direi io),
- la possibilità concreta di mirare e personalizzare la comunicazione (come il caso Reason che segue)
- il grande bisogno di interattività, anch'esso appagato e risolto dalla tecnologia (vedi podcasting e simili).

UNA VERA MUCCA VIOLA

"Reason" è un mensile americano di ispirazione libertaria. Un numero dello scorso anno è giunto ai propri abbonati con una copertina shock: ciascuno vi ha trovato una foto da satellite della propria abitazione e lo "strillo" con il proprio nome e cognome seguito dall'avvertimento "Loro sanno dove sei". Lo scopo del giornale era dimostrare come ogni lettore, ogni cittadino, non solo degli Stati Uniti ma dell'intero pianeta, sia potenzialmente (e talvolta non solo potenzialmente) controllabile nei suoi movimenti, nel tempo e nello spazio. (Per la cover story dal titolo Database Nation, la visione di alcune copertine personalizzate, come l'editoriale e gli annunci pubblicitari in III e IV di coperta, vedi http://www.reason.com).

lunedì, ottobre 03, 2005

mucche viola e vacche magre....



Stavo facendo zapping in TV scorrendo tra Dawson e i suoi amici e quella cosa indescrivibile di Uomini e donne (certo però che ha il suo share) e stavo pensando ad un’ultima idea che m’è balenata in testa quando…..
….ho beccato una pubblicità, a mio parere orribile, di Shopping on line basata sul fatto che a far spese di presenza e andando per negozi si beccano multe, si perde tempo e si sprecano energie mentre invece possiamo ricevere a casa il nostro bel pacchetto giallo e blu portato da un operatore; un mucca viola? beh non direi proprio! Ma come non facciamo altro che parlare di marketing esperienziale, di ritorno alla socialità, al mercato, alle piazze ecc.ecc. e questi mi pubblicizzano il servizio a domicilio durante uno spettacolo per casalinghe? Andremmo a togliere una delle attività più stimolanti ed interessanti a persone che stanno gran parte del loro tempo a casa assicurandogli però più tempo ed energie….per cosa? per continuare a stare a casa, sole, a lavare e a stirare…..ovviamente sto forzando un po’ i “contro” ma mi sa che regge poco. Volendo tornare al discorso sulla straordinarietà delle idee….la definirei una vacca secca!

Di contro invece ho sentito un servizio veramente interessante: una simpatica signora americana che abita vicino alla Silycon Valley (la location lavorativa di alcuni tra i migliori cervelloni del mondo) ha pensato bene di svolgere un servizio a domicilio di uno dei mestieri più vecchi del mondo: barba e capelli!
Si muove sul suo bel tir attrezzato (il cui costo le consente di risparmiare le spese di un locale con di oltre un 30% di vantaggio) e raggiunge giornalmente le sedi di alcune tra le più grandi aziende del mondo (Cisco, Google, eBay) con cui ha stretto pure accordi e partnership andando ad offrire un servizio di parruccheria (sia per uomo che per donna) direttamente vicino il loro posto di lavoro (questo si che è vera customizzazione). Non c’è dubbio che per molti (e i cervelloni qui ce li vedo benissimo) vedono il fatto di andarsi a tagliare i capelli un’inutile perdita di tempo.
La nostra simpatica signora li raggiunge nei posteggi delle loro aziende e gli da la possibilità di prenotare il loro taglio anche on line, ricordandogli 24 ore prima del loro appuntamento e addirittura ricordandogli di periodo in periodo di ricordarsi di tagliare i capelli…..
…..questa mi sembra una vera mucca viola: uno dei mestieri più vecchi del mondo ha avuto la sua bella rinfrescata e, è proprio il caso di dirlo, un look veramente innovativo.

Della serie: il marketing va ben oltre le cattedre universitarie e i grossi studi di consulenza….

sabato, ottobre 01, 2005

....colori esperienziali


....a proposito di colori, oggi navigavo su Signori Blog di marketing e ho trovato questa foto che ritengo veramente eccezionale. Ditemi se non suscita piacevoli sensazioni, a me verrebbe istintivo sprofondare le mani dentro tutto quel colore, una sorta di "esperienza regressiva".... penso che sia utilissimo e salutare a volte, tornare un pò bambini.

Non me ne voglia Maurizio Goetz (http://marketingusabile.blogspot.com/) se gl'ho rubato l'immagine.

Con il bianco di cui parlavo ieri e che tanto hanno spinto i nostri stilisti avremo una catarsi, un processo di prurificazione e rinascita, con questi colori credo sia possibile avere una crescita e un'esperienza di arricchimento.

......parola di un daltonico!!!

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