martedì, novembre 29, 2005

La Cina si appresta ad essere un paradiso?!?

Lungi da me dall’affermare questo. Forse lo è ma solo per una parte ristretta della popolazione, centinaia di milioni di cinesi (prevalentemente nell’ovest e comunque sempre nelle campagne) vivono in condizioni da terzo mondo e lontani da qualunque forma di sviluppo e progresso.
Senza contare la delinquenza organizzata che si appresta ad essere la più potente del mondo, la corruzione e la burocrazia veramente potenti, la mancanza di libertà di espressione (pensate alle repressioni del fulandong) e per tantissimi anche lo sfruttamento nelle grandi città.

Insomma, la Cina è una grandissima opportunità non c’è dubbio ma c’è anche un risvolto della medaglia. Penso che stia nella morale di tutti coloro che vanno a lavorare in queste realtà quello di distinguere gli operatori “civili” da quelli che non lo sono. Penso che questo sia un dovere anche se c’è chi dice che nel business non ci deve essere morale.

In questi giorni i telegiornali si sono rincorsi nel pubblicare i video di fucilazioni di “ribelli” ossia quelli che non sposano la filosofia comunista del partito (tra cui anche sacerdoti ed illustri pensatori); penso che il mondo occidentale non fosse più abituato a vdere queste immagini da diversi decenni.
Ancora, è di pochi giorni fa la notizia apparsa su China Daily che un’operaia cinese di trent’anni è morta di sfinimento: dopo aver dovuto lavorare 24 ore di seguito nella fabbrica Huaxin Handicraft nella regione dello Guangzhou, una donna è entrata in coma e poi è morta. Il giornale denunciava che la sua azienda aveva ricevuto tante commesse dall’Occidente, da obbligare i suoi lavoratori, che paga 100 euro al mese, a straordinari feroci: 24 ore al giorno senza sosta.

Un’altra forte denuncia per un’altra azienda, la “Mickey Toys” di Pechino, che fabbrica giocattoli per la Nestlè, la McDonald’s e la Mattel che è in realtà il “Carcere femminile Xin’an” di Pechino; sempre il China Daily denunciava che spesso le prigioni del gulag cinese assumono un nome commerciale per presentarsi nel business delle esportazioni. Ok non c’è nulla di male (anzi ho semrpe pensato fosse cosa buona) che i carcerati lavorino ma questo va fatto a condizioni comunque civili e rispettose della natura umana….niente turni da 22 ore lavorative al giorno!!!

giovedì, novembre 24, 2005

marketing territoriale: il fascino dell'India

Proprio ieri è venuto fuori il rapporto da cui si evinceva che la bilancia commerciale italiana non naviga in ottime acque. Anche a causa dell’apprezzamento dell’euro (che svantaggia l’export), dell’aumento del prezzo del petrolio (che aumenta il valore dell’import) siamo in deficit.

E’ anche il caso di parlare di poca proattività delle PMI italiane ad avventurarsi al di fuori dei confini nazionali; i figli del “miracolo economico” non riesco ad essere prodi e capaci come i loro padri e i loro nonni e difficilmente riescono ad allacciare legami forti con attori stranieri. Questo avviene particolarmente in Sicilia che secondo me pecca gravemente di veri manager.

Oltre la Cina, come dicevo ieri, dovremo guardare sempre con più interesse l’India e il Pakistan.

Qualche passo positivo in realtà c’è. Da quando si sono svolte le numerose visite diplomatiche in India si sono incrementate notevolmente le collaborazioni con questo grande paese che vanta:
- un territorio enorme, superficie3.287.263 kmq;
- una democrazie stabile (Repubblica federale di 26 Stati e 6 Territori dell’Unione)
- una manodopera molto qualificata e competente (kmq Popolazione1.027.015.247 densitá di popolazione312/Kmq, quindi abbastanza bassa se confrontanta con tanti paesi occidentali).

Le scelte dei nostri attori nazionali (purtroppo sempre i soliti noti per lo più) sono state diverse:
- chi come Versace, Zegna, Tecnimont l'hanno scelta come meta d'esportazione dei loro prodotti;
- chi come Same e Lombardini, invece, la considerano un luogo eccellente dove delocalizzare parte della produzione per aggredire i mercati asiatici e anche quelli africani da una postazione geografica privilegiata.

Risultati:
Da gennaio a luglio le esportazioni italiane in India sono aumentate del 37% e le nostre aziende presenti in India sono aumentate di circa il 60% di presenze in più.

La Confindustria indiana con il nome di «Destination India», sta preparando per il 2006 una serie di missioni in Italia per agevolare a sua volta la cooperazione tra imprese.

Un altro paradiso per le merci italiane? No assolutamente, qualche difficoltà c’è anche qui; infatti la burocrazia resta un tasto dolente e vi sono ancora dazi che su diverse merci italiane (es.il vino, venduto in India a un prezzo esorbitante).

martedì, novembre 22, 2005

Marketing internazionale: dalla CINA con furore....


Qualche settimana fa, su una comunità di addetti marketing &co. leggevo un intervento di una neoazienda italiana che si riprometteva di commercializzare il proprio prodotto in Cina e dai quesiti posti si evinceva una notevole curiosità/eccitazione/paura/impreparazione al mercato scelto.
Sono due anni ormai che studio le opportunità per il mondo occidentale che vengono dall’oriente e quando mi si chiede se la Cina costituisce una minaccia rispondo seccamente che lo sarà per tutti quelli che non sapranno instaurare un dialogo ed uno scambio costruttivo con i nuovi paesi che ormai concorrono a pieno titolo sullo scenario internazionale.
Quali sono queste scommesse? Moltissimi concordano sull’affermazione del 21° secolo come “secolo cinese” e sullo sviluppo di India e Pakistan. Soffermiamoci sulla Cina.

A questo punto la domanda: come può un paese come il nostro (che per la grossa quantità dei casi è costituito da piccole medie aziende) rivolgersi a mercati così diversi e lontani?
Non siamo del tutto in ritardo anche se è tempo di iniziare a pensare molto seriamente alla questione; dico che sono tre le soluzioni:
- conoscenza;
- networking;
- consulenza.

La conoscenza specifica è fondamentale perché abbiamo a che fare con un paese che ha storia, origini, cultura totalmente diverse da quelle occidentali. Il modo di “far business” ha ritmi e consuetudini molto particolari. La legislazione è lacunosa e la burocrazia lenta e gigantesca.
Ormai sono numerosissimi in tutta Italia i convegni sull’oriente, la Cina, l’India e così via.
Si stanno sprecando i libri (io consiglio In Asia di Terzani, Made in China di Sisci, Approvviginionamenti in Cina di Nassimbeni) i siti (tuttocina.it, italiacina.org per visitare quelli italiani ma poi sono numerosissimi quelli per gli expat ossia gli espatriati).
Qualche numero:
- oltre 1 miliardo e 295 milioni la popolazione cinese;
- 2% popolazione considerata milionaria (26 milioni, circa la metà della popolazione italiana)
- 4 le città principali: Shanghai, Pechino, Canton, Dalian
- 9600 000 kmq la superficie cinese;
- 10 milioni le PMI cinesi.

- 630 aziende italiane in Cina;
- 6 miliardi il fatturato delle aziende in Cina;
- 500.000 aziende straniere in Cina.

Penso già che questi numeri siano utili a capire di grande potenza stiamo parlando che oggi a qualunque livello economico, culturale, scientifico, diplomatico sta assumendo valore.
Non può più essere considerata un’area in un cui delocalizzare la produzione per una MOD a basso costo ma va considerata come ricco bacino di approvvigionamento e soprtutto anche un importante mercato per l’esportazione dei nostri prodotti.

Come le PMI possono affacciarsi su un mercato così grande e potente? Il networking è fondamentale per condividere investimenti, esperienze, contatti e opportunità. Ancora di più la consulenza visto che a causa della grandezza e della diversità socioculturale si rischia di “bruciarsi seriamente e in fretta”. Non esistono ancora modelli affermati; i ritmi di crescita e di sviluppo sono frenetici quindi è necessario un continuo monitoraggio e aggiornamento possibile solo attraverso un sopralluogo continuo e costante. Non parliamo poi delle regole di marketing e comunicazione….è una vera e propria giungla in cui è difficile districarsi.

martedì, novembre 15, 2005

Falluja: vedete servizio su Rainews

Stamattina, alle 7.35 sul video di rainews24 è andato on line questo servizio su Falluja chi volesse vederlo può farlo sul sito
http://www.rainews24.rai.it/

Durante questa matina in tv non s e n'è più parlato quindi credo che l'unico modo per avere queste informazioni sia guardare il sito prima che tolgano il pezzo.

Solo un invito a riflettere e a promuoverne la visione se credete sia il caso.

Marketing: dove nasce la mucca viola

Riprendo un intervento sul WBR (World Business Forum) che si è tenuto recentemente a Milano e alcuni miei post in cui ho parlato del libro di Godin sulla Purple cow: ossia l'innovazione radicale che l'autore appunto vede come qualcosa di straordinario e quindi una vera e propria "mucca viola".

Al Secondo World Business Forum, Gary Hamel (un vero guru del management nonchè docente a Harvard e alla London Business School) dichiara apertamente che l´innovazione incrementale,ossia quella che prevede un progressivo miglioramento dei propri prodotti e processi aziendali, non può più essere considerata una strategia vincente.

Il mondo e i mercati si evolvono troppo rapidamente per dare tempo alle aziende di migliorarsi passo dopo passo.

Non è neanche più sufficiente l´innovazione tecnlogica, quella necessaria per trovare prodotti nuovi: perché l´imitazione è dietro l´angolo, e un vantaggio competitivo basato su una invenzione è difficile da conservare a lungo.

L´innovazione più importante, secondo Hamel, deve essere radicale e di tipo manageriale: quello che conta quindi non è tanto cambiare il "cosa" o il "come" si produce e si vende, ma il modo in cui viene organizzata e gestita l´azienda.

Va detto che modificare il modo in cui vengono gestite le aziende è molto meno facile di quello che si potrebbe immaginare; gli ostacoli? le rigidità interne, le convenzioni culturali e le resistenze del management al cambiamento.

Il modello di azienda proposto da Hamel è quello in cui tutti i dipendenti sono costantemente impegnati e responsabilizzati nell´attività di innovazione e miglioramento dei prodotti e dei processi aziendali: solo così possono nascere delle vere e proprie rivoluzioni!!!

lunedì, novembre 14, 2005

Marketing turismo e organizzazione eventi: corsi gratis a Roma

Leggete questa news...penso sia interessante visto che non fanno molti corsi seri del genere nel Centro-Sud Italia.

Fonte ACTL
Vorresti occuparti di organizzazione di eventi o di comunicazione nel turismo? Iscriviti, entro il 16 novembre, ai nuovi corsi gratuiti con stage in azienda di ACTL:

Organizzazione e promozione di eventi e Marketing e Comunicazione nel settore turistico.

L’iniziativa è proposta in collaborazione con il Fondo Sociale Europeo, Il Ministero del Lavoro e la Regione Lazio.



I corsi sono rivolti a giovani e adulti in età compresa tra i 20 e i 29 anni, disoccupati o in cerca di prima occupazione e in possesso di diploma di scuola media superiore o di laurea.

Per partecipare è necessario essere residenti o domiciliati in Regione Lazio.



Per candidarsi è necessario inviare entro e non oltre il 16 novembre un curriculum all’indirizzo anna.prinetti@actl.it o al fax 02-58430690 specificando il corso di interesse.

Web marketing: arriva la settimana dell'ecommerce italiano

Gli Italiani ancora non conoscono e non sfruttano al meglio l’ecomerce? Beh stando ai dati, così sembrebbe ma c’ha pensato Aicel.

Per una settimana, dal 28 novembre al 4 dicembre 2005, tutti avranno la possibilità di consocere meglio l’ecommerce e i suoi protagonisti.

Obiettivo: diffondere l’utilizzo del web, sviluppare la consapevolezza e la fiducia nel commercio elettronico italiano facendo avvicinare l’utenza alle attività di acquisto on-line.

I negozi aderenti al progetto potranno darsi una visibilità maggiore, proporre offerte e promozioni originali per tutti i visitatori e non solo per i clienti abituali.

Beh mi sembra una buona iniziativa.
Io ci sarò….voi!?!?!

Link: http://www.settemotivi.com/

domenica, novembre 13, 2005

Mondo blog: dai diari personali al marketing aziendale


Qualche giorno fa durante un colloquio ho chiesto ad un candidato (di 23 anni) se sapeva cose fosse il blogging o comunque un blog….silenzio assoluto!!!
La cosa mi ha lasciato alquanto perplesso proprio perché credo che il blogging insieme al wom, al woe e ai temi sul podcasting&co. siano tra i temi più importanti del marketing dei nostri giorni.

Solo poche brevi considerazioni. In rete se ne parla da mesi.
E’ un vero e proprio fenomeno che negli ultimi due anni ha invaso anche il vecchio continente. Secondo Technorati, motore di ricerca specifico per i blog., il numero dei blog continua a crescere a ritmi sostenuti e non si prevede alcun rallentamento nei prossimi mesi. La blogosfera (ossia tutto lo spazio destinato ai blog) è sicuramente un mondo in forte espansione.

Il tema del blogging è stato affrontato ad Amburgo durante la Conferenza sul Wom ma soprattutto a San Francisco durante la conferenza “Web 2.0”.
I dati che emergono sono sorprendenti! Appena a metà maggio, Technorati indicizzava il suo 10 milionesimo blog. Verso metà ottobre, quindi ad appena pochi mesi di distanza, la popolazione dei blogger era raddoppiata.
Technorati fornisce la classifica dei 100 blog italiani più letti al link: http://top100.qix.it/


Temi caldi che riguardano il mondo del blog sono:
- per le aziende, blog si o blog no? Interni o esterni al sito aziendale? Le discussioni sono assolutamente aperte con posizioni contrastanti da parte di personaggi assolutamente autorevoli quindi non mi permetto di dire la mia.

- per il mondo dell’informazione, sono importanti o no? Si sostituiscono alle fonti di informazioni tradizionali? Personalmente qui mi sento di rispondere di no; voglio dire però permettono ad autori che per volontà dell’attuale governo non possono parlare di esprimersi (vedi Grillo, che ha il blog più cliccato in Italia).

Sicilia superstar !!!! (PSEUDOmarketingTERRITORIALE)


Terra mia, terra miaaaaaa....

Riporto un estratto di un articolo di Fabio Cavallotti (su Aziende.economia.virgilio.it) che mi ha fatto assolutamente piacere leggere.

Il Mezzogiorno è la locomotiva economica del paese!
In termini di Pil, la Sicilia – con il + 2,2% e la Calabria – con il + 1,4% - sono le due regioni che registrano la crescita più alta tra le regioni italiane. E’ quanto emerge dalla diffusione dei dati Istat sui conti economici regionali relativi al 2003.

In generale i settori che godono di buona salute sono quelli delle costruzioni, dell’editoria e della produzione di energia.
Segnano il passo il tessile/abbigliamento e tutto il comparto agricolo.

Il Sud Italia
Nel 2003 il Mezzogiorno ha registrato un ritmo di crescita del Pil nettamente superore a quello del resto del paese - + 0,7% confermando così una tendenza che è in atto dal 1997, ad eccezione dela pausa del 2000.
Un risultato determinato dall’aumento del valore aggiunto dei servizi (+ 0,8%), dell’agricoltura (+ 1,1%) e delle costruzioni (+ 1,7%).
Solo l’industria in senso stretto riporta un risultato negativo (- 0,4%) che, però, è percentualmente minore rispetto a quello registrato dallo stesso settore nel Centro Nord (- 1,1%).

La SICILIA è la regione con la crescita più impetuosa (+ 2,2%) seguita dalla Calabria (+ 1,4%), dalla Sardegna (+ 0,8%) e dalla Campania (+ 0,7%).
Le altre regioni meridionali segnano andamenti negativi:
- Basilicata (- 1,5%),
- Puglia (- 0,8%),
- Molise (0,7%)
- Abruzzo (- 0,1%).


Passiamo al resto del paese.

Il Nord Est
Per l’economia nord orientale si è registrato un modesto valore positivo: + 0,4%.
Un risultato che è la sintesi del vistoso calo del valore nel settore agricolo (- 10,6%)e della tenuta dell’industria (- 0,3%), cui si contrappongono la crescita delle costruzioni (+ 3,5%) e dei servizi (+ 0,7%).
Nel dettaglio il Pil mostra una dinamica stazionaria in Emilia Romagna, un modesto aumento in Veneto (+ 0,4%) e un segnale positivo in Trentino Alto Adige (+ 0,8%) e Friuli Venezia Giulia (+1,2%).

Il Centro
Pil in crescita nelle regioni centrali (+ 0,6%) grazie al risultato positivo dei servizi (+ 1,5%) e delle costruzioni che riescono a compensare la forte crisi dell’agricoltura (- 12,5%) e dell’industria in senso stretto (- 1,4%).
Tra le regioni, spiccano i risultati positivi del Lazio (+ 0,9%) e delle Marche (+ 0,8%).
Pil stazionario in Toscana e in leggero aumento in Umbria (+ 0,2%).

sabato, novembre 12, 2005

Vip Marketing: come ti sfrutto la popolarità

Il “matrimonio” tra promozione aziendale e persone dello spettacolo, sport, cinema e quant’altro non ha radici recenti.
All’inizio c’erano i “Testimonial”: ossia quei oggetti VIP (Very Important People) che prestavano il loro volto o comunque la loro immagine al prodotto o al brand girando spot o con fotografie utili alle pubblicità su carta stampata.
Rientra in questo ambito anche una specie di branding on the street, gli artisti che partecipavano a show o semplicemente indossavano e si facevano fotografare in situazioni normali indossando questo o quel prodotto, guidando questa o quella vettura (il caso delle tschirt di Ascanio dentro la casa del Grande Fratello).

Beh oggi non basta più, ed ecco che le aziende da qualche anno, pur sempre ricorrendo a volti noti, hanno sviluppato collaborazioni di tipo diverso, si parla quindi di “Endorsement”; pensiamo alla Nike e a Micheal Jordan, il vip partecipa alla realizzazione e firma un determinato prodotto piuttosto che una determinata linea; un altro esempio più recente è quello di Brad Pitt che “disegna” per Damiani.
Oppure di contro i Vip fan tutto da soli e sfruttano personalmente la propria popolarità. Il termine coniato in tal senso è “Sellebrity”; in funzione di esso, il Vip trasfonde tutti i propri valori, codici estetici e comunicativi in un determinato brand o collezione; Britney Spears realizza Curios, una sua linea di prodotti di bellezza; in questo caso spesso le aziende produttrici realizzavano e vendono il prodotto secondo un accordo di licensing.
Un esempio di casa nostra, Valeria Marini e le sue borse.

Bill Gates assicura: il futuro è nel Digital Lifestyle e nel Digital Workstyle

Gates ne è convinto pc sempre più veloci, usabili e connessi alla massima velocità caratterizzeranno semrpe di più il nostro modo di vivere e di lavorare; Microsoft parla proprio di “digital lifestyle” e “digital workstyle”.
Alcuni esempi? VOip (voice over ip) per telefonare a costi ridotti in tutto il mondo, agende intelligenti per aiutare le persone negli appuntamenti di lavoro ma anche nel gestire meglio il tempo libero nel primo caso.
Per le aziende: programmi e massima connessione per il CAD, CAE e CAM (rispettivamente computer aided design/engineering, manifacturing), per la definizione dei budget o per permettere la partecipazione istantanea di persone che sono in luoghi diversi.

Ok affascinante, dico io, ma pensiamo sempre che di fronte allo schermo del pc o all’altro capo di un telefono ci sta sempre una persona della quale dovremo sviluppare creatività, motivazione, formazione e competenze.
Io sono per lo più per l'Human lifestyle.....massima centralizzazione delle variabili umane (psicologiche, sociologiche, antropologiche) nel disegnare e costruire il nostro futuro. Viva l'humanistic management!!!

venerdì, novembre 11, 2005

Sicilia: Rita Borsellino parte dai giovani

Partira' domani la carovana in sostegno di Rita Borsellino, candidata alle primarie siciliane dell'Unione. Alle 11.30 presso l'Universita' di Palermo, di fronte la facolta' di Lettere, il comitato ''Liberiamo la Sicilia'', formato da studenti, distribuira' alcuni volantini in sostegno della candidatura della sorella del magistrato ucciso dalla mafia. ''Iniziare, domani, tra i giovani - ha sottolineato Rita Borsellino - e' un segnale importante che mi servira' per capire le speranze e i timori delle giovani generazione e per costruire insieme a loro una Sicilia dove si possa rimanere ma soprattutto ritornare''.

giovedì, novembre 10, 2005

tv digitale: è ancora un caos ma gli attori non cambiano

Continuiamo a parlare di un argomento di attualità: tv digitale!

E’ ufficiale: in Val d'Aosta il 31 gennaio 2006 si spegne il segnale analogico in Aosta e 26 comuni limitrofi. E il resto dell’Italia? Beh ci sono notevoli confusioni.

Importante questione. Monopolio sulle tv (analogiche e digitali): beh da ciò nasce l'interrogazione parlamentare, presentata negli scorsi giorni, dal deputato della Margherita Giorgio Merlo (giornalista Rai in aspettativa) basata sul fatto (incontestabile) che la principale industria produttrice di decoder per il digitale terrestre in Italia sia di proprietà del fratello di Silvio Berlusconi, Paolo Berlusconi.
Quest’ultimo è stato da poco incolpato circa un bonus finanziato con i soldi pubblici.

Ok questa è Mediaset e la Rai? un grave deficit del bilancio Rai impedirebbe all’azienda pubblica lo switch del segnale dall'analogico al digitale.

La7? Beh tutto tace, Tronchetti Provera è più interessato a vendere il canale e a portare il digitale terrestre sui telefonini della sua Tim (vedi qualche post fa).

Non tacciono invece le associazioni dei consumatori che si ribellano lamentando che non è giusto che i consumatori siano obbligati ad una nuova spesa per godere di un servizio pubblico essenziale.

Cosa ne penso? beh credo fermamente che necessiti una legge che sleghi totalmente la Rai dal Governo. Non può praticamente esistere un monopolio in un campo così importante per una Nazione qual'è televiso a cui è fortemente legato quello dell'informazione pubblica.
Non voglio addentrarmi eccessivamente in discussione politiche ma non c'è dubbio che in modo diretto o indiretto si debba parlare di Monopolio (visto che Mediaset ha importanti collegamente con Telecom e quindi la7, ed è ovvio il collegamente con la Rai).

Banda larga: i veri numeri sulla connettività in Italia

Dal link: http://www.antidigitaldivide.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=432

Parliamo della mappatura della banda larga in Italia ossia della presenza o meno della possibilità di una connessione veloce.
Secondo Telecom i non coperti sono 10 milioni (che già vorrebbe dire il 70% dei comuni italiani ossia quelli con meno di 10.000 abitanti) secondo antidigitaldivide sono 20 milioni: bella differenza!!!

Partecipate alla mappatura sia che possediate o meno la banda larga!!!! Facciamoci sentire!!!


Riporto l'intera pagina dal link di antidigital divide:
Dopo aver lanciato il nostro personale censimento delle zone non raggiunte dalla banda larga abbiamo deciso di rilasciare alcuni dati statistici fin'ora raccolti.
I dati sono stati calcolati sulla base di un numero di inserimenti pari a 1618, tali da coprire tutte le regioni italiane.
Il numero totale di province inserite è pari a 103, di queste 102 contengono almeno un comune non raggiunto dalla banda larga.
Il totale dei comuni inseriti è 1087, di questi 987 hanno almeno un quartiere non raggiunto dalla banda larga.
I quartieri inseriti sono 1364, di questi ben 1187 non sono coperti dalla banda larga.

Fin'ora abbiamo chiesto fondamentalmente aiuto ai non coperti; di conseguenza abbiamo deciso di fornire dati assoluti; che permettessero di capire la situazione delle varie zone d'Italia.

Da oggi lanciamo ufficialmente la campagna e vi chiediamo: "E' coperta o no la zona in cui abitate?", per chi non ha risposto, questo ci permetterà di fare una statistica della situazione italiana; fuori dai numeri spesso ambigui e controversi che vengono forniti dall'incumbent nostrano.

Il sistema è lo stesso fin'ora utilizzato; aiutateci a capire in che condizioni è veramente l'Italia.

Bastano 2 minuti per aiutarci a fare la 'Mappatura della banda larga italiana'. Vai su : http://www.antidigitaldivide.org/index.php?module=Mappatura&func=main

Olimpiadi di matematica: l'Italia si piazza al 24° posto

Bravi ragazzi!!!! l'Italia deve essere fiera di voi.

Complimentoni a:
- Maria Colombo di Varese,
- Stefano Attanasio e Francesco Cavazzani di Roma,
- Luca Barbieri di Milano,
- Simone De Marino di Pescara
- Gabriele Negro di Udine.
(tutti tra i 16 e i 18 anni).

Insieme si son classificati al 24° posto alle Olimpiadi di matematica, hanno ottenuto 120 punti e 6 medaglie.
Hanno ottenuto il miglior risultato degli ultimi anni (nel 2000 l'Italia si era classificata al 50° posto).


martedì, novembre 08, 2005

...la tv che ci insegue....

La televisione muore?! No no cambia solo pelle.
Certo magari nel prossimo futuro (si parla solo di un paio d’anni o poco più) i contenuti saranno più personalizzati e si spera anche quindi di migliore qualità. Saremo pronti ad abbandonare i 7 canali ai quali in Italia siamo ormai tutti affezionati? Beh dovremo, è inevitabile! Su una novità si può essere certi: la tv ci inseguirà!!!

All’inizio c’era la televisione, quella analogica, quella che tutti eravamo abituati a vedere prima col catodico e adesso col plasma: una grande antenna emette il segnale e noi sul tetto di casa o dell’edificio in cui abitiamo riceviamo il segnale e vediamo le immagini.

Questo tipo di comunicazione è definita “broadcasting” ossia da uno a tutti perché il segnale trasmesso nell’etere viene inviato in pratica a tutti quelli che possiedono un´antenna capace di ricevere e leggere quel tipo di segnale. Ancora oggi sia la Rai che Mediaset (non contando i canali del satellitare di quest’ultima) trasmettono così.
Bene questo tipo di trasmissioni hanno i giorni contati.

E domani? Domani non saremo noi a dover tornare a casa per vedere la tv ma sarà la tv che ci raggiungerà dovunque vorremmo, direttamente sugli schermi dei nostri amati (e si l’Istat l’ha rivelato pochi giorni fa) telefonini.
La tecnologia su cui si preme molto e che è di grande attualità è la Dvb-h. cioè la tv digitale per telefonini che continuerà ad utilizzare un sistema di diffusione del segnale di tipo broadcasting

Sono recentissime le news secondo cui attraverso i telefonini Telecom/Tim si riceverà il segnale del digitale terrestre di Mediaset, che fornirà il calcio televisivo, di cui si è aggiudicata i diritti di trasmissione togliendoli alla Rai.

A sua volta la Rai ha chiuso un accordo con H3G per la diffusione di un canale Rai realizzato in esclusiva per i telefonini Umts di 3; e vodafone? Beh non è rimasta neanche fuori dal gioco, collaborerà con la Sky di Murdoch..

lunedì, novembre 07, 2005

Bella idea: scuola di pc e internet per gli anziani

Ne parlo solo in ritardo ma spero sia utile per qualcuno.....

Non è mai troppo tardi è il nome del corso. Seconda serie.

Lo scopo: insegnare alle persone anziane, alle casalinghe, ai disabili e agli "analfabeti informatici" come utilizzare il computer e Internet nella vita di tutti i giorni.

Durata: 14 puntate Sono in onda il lunedì e venerdì su RaiUno alle ore 01.30 da venerdì 21 ottobre e il mercoledì, giovedì e venerdì, dalle 12:30 alle 13:00, in replica alle ore 20.30 e alle 04.30, sul canale satellitare Rai-Edu 1.

Si articola infatti in due momenti differenti e complementari: il primo, fatto di brevi racconti di vita di persone anziane e di come l'uso del computer abbia cambiato le loro abitudini; il secondo, di vere e proprie lezioni di informatica rivolte a tutti coloro che desiderano avvicinarsi all'uso del computer con semplicità e praticità.


CRM: questo illustre sconosciuto.....

Torniamo a parlare di colloqui, ragazzi non ci siamo proprio! Ho terminato adesso un colloquio sempre per una posizione nel marketing e mi sono sentito rispondere in modo troppo vago se non addirittura spesso errato.

Il primo Kotler è un’ottima base, una palestra che poi deve essere superata o ampliata, corretta, ottimizzata in virtù di più recenti studi, ricerche e trend anche nel marketing. Non è pensabile che ancora ci si fermi alle 4 P specie per tutti quelli che escono da economia o da comunicazione e vogliono avventurarsi nel marketing.

Ho deciso quindi che ovviamente non a scopo di ricerca ma puramente divulgativo, tratterò di volta in volta un tema più o meno nuovo di marketing. Mi farebbe anche piacere che si intavolasse una discussione sui temi che vi sono particolarmente oscuri o ostici o che addirituttra mi proponeste o qui o via email quelli che volete che vengano approfonditi.

Partiamo dalla base: il CRM (Customer Relationship Management).
Inutile dirvi che i libri si sprecano in tal senso; di veramente specifico io ho letto Ronchi, Farinet e Ploncher, Goldenberg ma ovviamente ne hanno parlato praticamente tutti gli accademici.

Prima di affrontare quest’argomento vorrei riportare un affermazione di un autore ritenuto un “guru” del CRM, Goldenberg, perché la ritengo molto utile per capire quant’è oggi complesso il tema del CRM; egli afferma che:
“CRM means different things to different people. I’m convinced that there is no one correct definition of CRM. Moreover, the definition will evolve and change over time” .

Punto fondamentale: il “fil rouge” di tutto è il focus sul consumatore! Oggi uno degli obiettivi fondamentali per il marketing in azienda è di conservare la fedeltà e la soddisfazione della clientela nel tempo. Possiamo dire anche in maniera approssimativa che questo scopo è alla base del CRM. Il Customer relationship management può essere definito come un insieme interconnesso di software e hardware ossia cultura, strategia, processi e di tecnologie fortemente focalizzate sul cliente esterno.

L'obiettivo ultimo dei progetti di CRM è quello di creare un rapporto profittevole a lungo termine con la clientela per mezzo di tre attività congiunte: creare, costruire e curare la relazione con il cliente. Il focus sulla Customer satisfaction è infatti considerato come la condicio sine qua non per costruire valore.

Lasciando stare l’aspetto filosofico e culturale esso è una combinazione di processi aziendali e tecnologia aventi il fine di monitorare e gestire il "ciclo di vita" del rapporto con il cliente.
Questo è sicuramente un aspetto di semplice gestione per le aziende piccole e per coloro che gestiscono in prima persona i propri contatti ma diventa sicuramente un aspetto più critico per tutte quelle aziende che sia nel B2C che nel BtoB (rispettivamente business to consumer e business to business) si rivolgono a centinaia di clienti. Oggi grazie alle tecnologie come Internet, Intranet e Data Warehousing (in breve la gestione database e data mining aziendale) anche le grandi aziende hanno la possibilità di gestire i contatti con i diversi interlocutori in modo più agevole, chiaro, strutturato e personalizzato. Questi tools consentono una migliore strutturazione e gestione di tutte le informazioni strategiche sul cliente e quindi anche di ogni singolo rapporto azienda - cliente.
Sempre le nuove tecnologie poi stanno alla base del CRM operativo che in concreto si occupa della gestione della relazione con il cliente attraverso email, sms, newsletter ecc.

sabato, novembre 05, 2005

Aziende e consumer italiani e la tecnologia

Riprendo in parte il tema che ho affrontato ieri con nuovi numeri appena usciti dal rapporto Istat e da quello IAB.

Secondo il 14° rapporto Istat al 31 dicembre 2004 gli italiani si confermano ancora una volta amanti della tecnologia semplice quindi il dominio nell’acquisto e nell’utilizzo è quello dei telefonini: il 72,9% ne possiede almeno 1
Ma circa l’utilizzo dei computer e la navigazione su internet?
Quattro italiani su dieci utilizzano il computer (il 39,9%); mentre il 31,8% utilizza Internet. Rispetto al 2003 la situazione non è cambiata in maniera notevole ma è aumentata sicuramente la frequenza con cui le persone utilizzano il pc e internet.
Tra i giovani i numeri cambiano, la percentuale di ragazzi tra 15 e 17 anni che usa il pc sale al 80%; mentre per gli anziani tra 65 e 74 anni scende al 5,5%. Stesso discorso per Internet.
Il rapporto maschi e femmine è di 1 a 1 fino ai 24 anni mentre oltre questa soglia i maschi sono nettamente avanti rispetto alle femmine.
Il nord la fa da padrone sia nell’uso del pc che in quello di Internet, la percentuale è di 43,9%, scende al 42,4 per il centro e al 33,4 per il sud.

E le aziende!?!?!?!
I dati emergono al recente IAB Forum che ha riscontrato un sicuro successo con oltre 1.200 partecipanti. Il dato che emerge è che oggi il settore conta ben 71 milioni di euro di raccolta (tra gennaio e luglio 2005); certo vale ancora solo l'1,4% del mercato pubblicitario italiano (dati IAB\Nielsen) ma è sicuramente in crescita.

Rispetto a una crescita media del 4% nel mercato pubblicitario italiano, la pubblicità on line è aumentata del 13%; ciò che è importante al di là del dato puramente quantitativo è che la crescita nei budget si accompagna a una loro gestione sempre più sofisticata, cresce quindi l’investimento in denaro ma anche e soprattutto in tempo ed energia.

Alcuni dati circa l’utilizzo:
- le forme più tradizionali di pubblicità online, cioè banner, sponsorizzazioni e bottoni, raccolgono ben 38 milioni di euro sui 71 totali.
- newsletter ed e-mail sfiorano i 6 milioni;
- la pubblicità via sms non decolla (solo 368.000 euro di controvalore)
- il keywords adv con 9,3 milioni di euro raccoglie il 13% del totale.

Quali sono i settori che la fanno da padrone?
Questa graduatorie non segue assolutamente quella dei media off line.
Primo su tutti le telecomunicazioni (11,5%).
Secondo la finanza e assicurazioni (13,1%)
Terzo sicuramente il settore turismo (che vale solo lo 0,4% del mercato pubblicitario italiano) su Internet pesa per il 10,9%.

venerdì, novembre 04, 2005

E commerce: a che punto stiamo!?!

Oggi ho letto di un nuovo servizio lanciato da una società di comunicazione secondo cui potrebbe svilupparsi veramente un nuovo tipo di ecommerce; in pratica attraverso una vetrina virtuale, con questo servizio, virtual360, si ha la possibilità di vedere e scrutare ambienti interni ed esterni
, visitare luoghi, guardare oggetti come se questo fossero dal vivo e secondo l’angolazione che ognuno preferisce e con un’ottima fedeltà delle immagini.

Beh l’e-commerce è sicuramente uno strumento attuale; è di questa estate la notizia secondo cui in america il budget speso nel marketing dalle più grosse aziende tradizionali andava diviso equamente tra iniziative on line ed off line. Ed è di questi giorni lo studio compiuto a livello mondiale da ACNielsen secondo cui gli acquirenti on line sono ben 627 milioni così suddivisi:
- 212 milioni per i libri;
- 135 milioni per dvd e videogames;
- 128 milioni abbigliamento/accessori e scarpe;
- 122 milioni per musica e cd.
Per quanto riguarda l’Europa, Germania, Austria e Uk sono in testa.

E l’Italia? Beh siamo ancora indietro sia nel B2B che nel B2C, malgrado gli sforzi che si fanno per combattere il digital divide non riusciamo a tenere il passo con gli altri paesi europei. Penso che ciò abbia delle cause collegate alla nostra storia e alla nostra cultura (il Belpaese è e rimane sempre il paese delle “piazze”, per fortuna aggiungo io) ed anche per poca preparazione delle nostre aziende specie delle piccole-medie aziende che ancora sconoscono o ignorano volontariamente tutte le potenzialità offerte dal web.
Il Sud della penisola è, manco a dirlo, ancora più indietro rispetto al resto del paese. Basta fare veloci ricerche per capire che non esiste alcuna competenza IT e strategica nel presentarsi e promuoversi su internet; il blogging, il keywords advertising, l’emailing marketing rappresentano ancora mostri sconosciuti.

Emerge comunque un dato in controtendenza: secondo una recentissima analisi, oltre 10 milioni degli internauti italiani (in modo uniforme su tutte le regioni) più skillati ha dichiarato che conta di acquistare almeno un terzo dei prossimi regali di Natale via internet….aziende fatevi sotto!!!

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