La Cina si appresta ad essere un paradiso?!?
Lungi da me dall’affermare questo. Forse lo è ma solo per una parte ristretta della popolazione, centinaia di milioni di cinesi (prevalentemente nell’ovest e comunque sempre nelle campagne) vivono in condizioni da terzo mondo e lontani da qualunque forma di sviluppo e progresso.
Senza contare la delinquenza organizzata che si appresta ad essere la più potente del mondo, la corruzione e la burocrazia veramente potenti, la mancanza di libertà di espressione (pensate alle repressioni del fulandong) e per tantissimi anche lo sfruttamento nelle grandi città.
Insomma, la Cina è una grandissima opportunità non c’è dubbio ma c’è anche un risvolto della medaglia. Penso che stia nella morale di tutti coloro che vanno a lavorare in queste realtà quello di distinguere gli operatori “civili” da quelli che non lo sono. Penso che questo sia un dovere anche se c’è chi dice che nel business non ci deve essere morale.
In questi giorni i telegiornali si sono rincorsi nel pubblicare i video di fucilazioni di “ribelli” ossia quelli che non sposano la filosofia comunista del partito (tra cui anche sacerdoti ed illustri pensatori); penso che il mondo occidentale non fosse più abituato a vdere queste immagini da diversi decenni.
Ancora, è di pochi giorni fa la notizia apparsa su China Daily che un’operaia cinese di trent’anni è morta di sfinimento: dopo aver dovuto lavorare 24 ore di seguito nella fabbrica Huaxin Handicraft nella regione dello Guangzhou, una donna è entrata in coma e poi è morta. Il giornale denunciava che la sua azienda aveva ricevuto tante commesse dall’Occidente, da obbligare i suoi lavoratori, che paga 100 euro al mese, a straordinari feroci: 24 ore al giorno senza sosta.
Un’altra forte denuncia per un’altra azienda, la “Mickey Toys” di Pechino, che fabbrica giocattoli per la Nestlè, la McDonald’s e la Mattel che è in realtà il “Carcere femminile Xin’an” di Pechino; sempre il China Daily denunciava che spesso le prigioni del gulag cinese assumono un nome commerciale per presentarsi nel business delle esportazioni. Ok non c’è nulla di male (anzi ho semrpe pensato fosse cosa buona) che i carcerati lavorino ma questo va fatto a condizioni comunque civili e rispettose della natura umana….niente turni da 22 ore lavorative al giorno!!!